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Infermiere di famiglia e comunità: la Regione Lazio fa un passo avanti

Integrazione e continuità assistenziale, Infermiere di Famiglia e Comunità nel Lazio

Infermiere di Famiglia e Comunità: anche la Regione Lazio si sta muovendo verso un significativo miglioramento dell’assistenza territoriale con la recente pubblicazione della Deliberazione n. 416 del 20 Giugno 2024, riportata nel BUR della Regione Lazio n. 51 del 25 giugno 2024.

Questo documento, intitolato “Linee guida di indirizzo regionale per l’Infermiere di Famiglie e Comunità” (IFeC), rappresenta un passo cruciale nell’evoluzione del sistema sanitario regionale.

Riprende e porta avanti le indicazioni del documento pubblicato da Agenas a Novembre 2023 “Linee di indirizzo Infermiere di famiglia o Comunità” per valorizzare l’implementazione della figura dell’IFeC su tutto il territorio nazionale.

Si propone di definire il ruolo e le funzioni dell’Infermiere di famiglia e comunità, specificando le attività, i livelli organizzativi e i requisiti minimi necessari per la formazione.

Infermiere di famiglia: definizione e linee di azione

Nella Regione Lazio, come in tutto il paese, si assiste a un progressivo invecchiamento della popolazione. Questo fenomeno rende essenziale un intervento proattivo per intercettare precocemente i bisogni di salute di una popolazione sempre più anziana, sola e fragile.

L’Infermiere di Famiglia e Comunità è introdotto per potenziare l’assistenza territoriale e garantire omogeneità e accessibilità ai servizi sanitari e sociosanitari.

Questo professionista opera in modo continuativo all’interno della comunità di riferimento, collaborando con altri professionisti sanitari e sociali.

L’assistenza infermieristica mira a fornire supporto a vari livelli di complessità, lavorando in stretta collaborazione con medici di medicina generale, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione e infermieri di assistenza domiciliare (ADI).

Integrazione e continuità assistenziale

L’integrazione dei servizi è fondamentale per facilitare e monitorare la continuità dell’assistenza, coinvolgendo altre figure professionali del territorio.

Inoltre, è essenziale l’attivazione delle risorse comunitarie, collaborando con pazienti, caregiver, volontari e altre risorse della comunità per fornire risposte personalizzate ai bisogni sociosanitari.

Questa attività si sviluppa su tre livelli principali.

Il primo è quello ambulatoriale, che funge da punto di incontro per informazioni e prestazioni essenziali di assistenza.

Il secondo livello è quello domiciliare, che prevede la valutazione dei bisogni del singolo e della famiglia e l’organizzazione dell’assistenza appropriata.

Infine, a livello comunitario, si promuove e si educa alla salute, integrando le attività con professionisti sanitari e sociali e attivando risorse formali e informali per il benessere collettivo.

Il Dr. Gaetano Romigi, Responsabile Scientifico del corso Infermiere di Territorio, sottolinea l’importanza di questa figura professionale nel rafforzare il sistema assistenziale, evidenziando come l’IFeC non solo eroghi assistenza sanitaria, ma agisca anche come attivatore di servizi sociosanitari, fornendo risposte personalizzate e globali per migliorare la qualità di vita delle persone.

L’IFeC è fondamentale per garantire che l’assistenza non sia solo clinica ma anche integrata con i bisogni sociali della comunità, permettendo una cura a 360 gradi che si adatta alle necessità specifiche di ciascun individuo.

Formazione Avanzata per Infermieri di Famiglia e di Comunità

Il documento sottolinea l’importanza della formazione per gli Infermieri di Famiglia e di Comunità, considerando la complessità e l’importanza del loro ruolo.

Le competenze centrali da acquisire sono identificate attraverso vari riferimenti, inclusi il profilo di competenza proposto da AIFeC nel 2018, i risultati del progetto europeo ENHANCE, il Position Statement di FNOPI e l’esperienza dei Master di I° livello in Infermieristica di Famiglia e di Comunità attivati dalle università italiane.

Il requisito preferenziale per acquisire queste competenze è il Master Universitario di primo livello in Infermieristica di Famiglia e di Comunità, come definito nel documento finale sulla formazione specialistica delle professioni sanitarie del 2018.

Tuttavia, data l’urgente necessità di implementare la Riforma dell’Assistenza Territoriale, viene proposta la possibilità di percorsi formativi regionali specifici, in collaborazione con le università, per coloro che non hanno ancora completato il Master.

Questi percorsi formativi sono strutturati in modalità Blended, combinando insegnamento in aula e online, con accreditamento ECM.

È previsto che questa formazione possa essere successivamente riconosciuta dalle università per convalidare parte dei Crediti Formativi Universitari necessari per ottenere il titolo di Master.

Il dettaglio del percorso formativo specifico è allegato alla proposta del corso formativo regionale elaborato da Agenas in collaborazione con la FNOPI.


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