COT e Infermiere di Famiglia: protagonisti del cambiamento nella sanità
Infermiere di Famiglia e SSN. Il sistema sanitario sta cambiando, e lo sta facendo nella direzione giusta: quella della prossimità, dell’integrazione e della presa in carico proattiva.
Ne abbiamo parlato durante il webinar tenuto dal Dr. Simone Maranesi: “Centrale Operativa Territoriale e Infermiere di Famiglia e Comunità: Innovazione, Integrazione e Proattività per un Nuovo Modello di Assistenza”, che ha offerto una panoramica concreta su come questi nuovi strumenti organizzativi possano migliorare davvero la qualità dell’assistenza, rispondendo ai bisogni delle persone, soprattutto quelle più fragili.
Al centro della discussione, due grandi protagonisti: l’Infermiere di Famiglia e Comunità e la Centrale Operativa Territoriale (COT).
Ma di cosa si tratta, e perché questi due elementi stanno diventando così centrali nella sanità territoriale del futuro?
L’Infermiere di Famiglia: un riferimento per il cittadino
L’infermiere di famiglia e comunità è una figura professionale relativamente nuova, ma già imprescindibile. Non lavora in ospedale, ma opera sul territorio, nelle case delle persone, là dove nascono i bisogni di salute.
Il suo obiettivo è tanto semplice quanto rivoluzionario: essere vicino al cittadino, prenderlo in carico nella quotidianità e seguirlo nel suo percorso di salute, soprattutto quando convivono cronicità, disabilità o fragilità.
È un punto di riferimento costante per il paziente e per la sua famiglia. Favorisce l’autonomia, l’empowerment e una maggiore consapevolezza rispetto al proprio stato di salute.
E lo fa in modo coordinato con tutti gli altri attori dell’assistenza: medici di medicina generale, specialisti, operatori socio-sanitari, servizi sociali. Una vera rete che si costruisce intorno alla persona.
Questo modello di assistenza rafforza anche il concetto di prevenzione e gestione precoce: un infermiere presente e attento può intercettare segnali di allarme, migliorare l’aderenza terapeutica, educare il paziente alla corretta gestione delle terapie e ridurre il rischio di accessi impropri al pronto soccorso o di ricoveri evitabili.
La Centrale Operativa territoriale: il cuore pulsante dell’organizzazione
Ma perché questa rete funzioni davvero, serve un “centro di comando” che colleghi i nodi: è qui che entra in gioco la Centrale Operativa Territoriale (COT).
La COT è una struttura organizzativa, ma anche una vera e propria cabina di regia dell’assistenza sul territorio. Il suo compito principale è quello di coordinare tutti i professionisti e i servizi coinvolti nella presa in carico dei pazienti, specialmente quelli più fragili, cronici o con bisogni complessi.
Mette in relazione i medici di medicina generale, gli infermieri di famiglia, i reparti ospedalieri, i servizi domiciliari, le strutture intermedie, le RSA e i servizi sociali comunali.
In pratica, fa dialogare realtà che spesso agivano in modo frammentato, favorendo la continuità assistenziale e il passaggio fluido tra ospedale e territorio.
Inoltre, la COT ha un ruolo chiave nella valutazione dei bisogni, nella programmazione degli interventi e nel monitoraggio dei percorsi assistenziali. È il cuore organizzativo che rende possibile una sanità vicina e proattiva, capace di rispondere ai bisogni reali delle persone.
Un nuovo modello di assistenza: più umano, più vicino, più efficace
Il messaggio è chiaro: la vera innovazione nella sanità non passa solo dalla tecnologia o dagli strumenti digitali (pur fondamentali), ma da un cambiamento di visione e di approccio.
È necessario mettere al centro la persona, con i suoi bisogni, le sue fragilità, ma anche le sue risorse. In questo contesto, l’infermiere di famiglia e comunità e la COT diventano pilastri di una sanità che vuole essere davvero più umana, più accessibile e più integrata.
Un sistema capace non solo di curare, ma anche e soprattutto di prendersi cura, anticipando i problemi, valorizzando la prevenzione e promuovendo la qualità della vita.
Un modello sostenibile anche per il futuro del SSN
Il rafforzamento dell’assistenza territoriale è una delle direttrici principali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che punta a superare i limiti del modello ospedalocentrico e a costruire una sanità diffusa, capillare, digitale ma anche profondamente umana.
Investire sull’infermiere di famiglia e sulle COT significa ridurre la pressione sugli ospedali, migliorare la presa in carico delle cronicità, favorire la deospedalizzazione, evitare ricoveri inappropriati e promuovere la domiciliarità.
In una parola: rendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale più efficiente e sostenibile.
Un nuovo modello di assistenza è possibile. E passa proprio da qui: dal territorio, dalla relazione, dalla prossimità.