Cos’è l’obesità?
L’obesità è una delle principali sfide per la salute pubblica contemporanea, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Questo problema coinvolge ormai tutte le fasce di età e tutte le aree geografiche, influenzando non solo la qualità della vita delle persone affette, ma anche l’intero sistema sanitario globale.
Secondo i dati, nel mondo si contano circa 300 milioni di persone obese e oltre un miliardo di individui in sovrappeso. In Italia, una persona su tre è in sovrappeso e quasi una su dieci è obesa.
La sua definizione clinica si basa su un eccesso di tessuto adiposo misurato attraverso l’indice di massa corporea (BMI), che supera il valore di 30 kg/m².
Tuttavia, questa condizione è molto più complessa di un semplice calcolo numerico. L’obesità è il risultato dell’interazione tra fattori genetici, psicologici, ambientali e sociali, che insieme alterano il bilancio energetico e portano a un accumulo progressivo di grassi.
Fattori genetici e ambientali
Uno dei principali fattori predisponenti all’obesità è il cosiddetto genotipo risparmiatore.
Questo tratto genetico, sviluppatosi nel corso dell’evoluzione per affrontare i periodi di carestia, oggi si scontra con un ambiente “obesiogeno”, caratterizzato da un’eccessiva disponibilità di cibo calorico e dalla riduzione dell’attività fisica.
Sebbene il patrimonio genetico contribuisca per circa il 30% alla determinazione del peso corporeo, è il contesto ambientale a giocare un ruolo cruciale.
Alimentazione ricca di grassi, vita sedentaria e stress sociale sono solo alcuni dei fattori che aggravano il problema.
Lo stigma dell’obesità: un ostacolo al trattamento
L’obesità non è solo una condizione medica, ma anche una realtà sociale complessa. Lo stigma associato al peso è diffuso, e spesso le persone obese vengono percepite come pigre o prive di forza di volontà.
Questo pregiudizio può influenzare negativamente l’accesso alle cure, riducendo la qualità e l’efficacia dei trattamenti.
Purtroppo, lo stigma è presente anche nell’ambito sanitario, dove i pazienti con obesità ricevono spesso meno attenzione durante le visite e sono vittime di pregiudizi che compromettono la loro adesione alle terapie.
Un aspetto fondamentale nella gestione dell’obesità è il riconoscimento della sua complessità come condizione cronica. Grazie all’aggiornamento del Piano Nazionale della Cronicità, i pazienti affetti da obesità possono finalmente essere riconosciuti come malati cronici.
Un altro sviluppo significativo è il disegno di legge sull’obesità, che punta a rendere l’Italia il primo Paese al mondo con una normativa dedicata, con l’obiettivo di migliorare i percorsi di prevenzione e trattamento delle forme lievi e moderate, oltre che delle condizioni più gravi.
Questi passi rappresentano non solo una vittoria per i pazienti, ma anche un cambio di paradigma culturale necessario per eliminare il senso di colpa che spesso accompagna chi soffre di obesità e abbattere il pregiudizio sociale.
Diagnosi e terapie: verso un’approccio multidisciplinare
La diagnosi di obesità si basa su parametri come il BMI, la circonferenza vita e il rapporto vita-fianchi, ma questi indici devono essere accompagnati da una valutazione più completa che consideri anche fattori psicologici e comportamentali.
Per quanto riguarda il trattamento, gli approcci tradizionali spesso falliscono perché non affrontano la complessità della condizione. La terapia dell’obesità include diete, farmaci, interventi chirurgici e programmi di riabilitazione nutrizionale integrata.
Tra le opzioni emergenti vi è la dieta chetogenica, indicata in casi specifici, e interventi farmacologici come gli analoghi del GLP-1, che regolano l’appetito.
Tuttavia, nessuna soluzione è efficace senza un approccio multidisciplinare, che coinvolga medici, infermieri, dietisti, psicologi e il paziente stesso in un ruolo attivo.
Un Futuro di consapevolezza e autonomia
L’approccio multidisciplinare rappresenta un cambio di paradigma nella gestione dell’obesità. Invece di imporre schemi rigidi, si mira a fornire strumenti al paziente per gestire autonomamente il proprio peso e migliorare la qualità della vita.
Questo percorso non si limita a migliorare la salute fisica, ma affronta anche gli aspetti psicologici ed emotivi, come la gestione dello stress e delle emozioni disfunzionali legate al cibo.
L’obesità è una patologia complessa e trasversale, che richiede un impegno condiviso da parte di infermieri, medici, società e pazienti.
Solo attraverso un approccio integrato e consapevole sarà possibile superare non solo i limiti biologici, ma anche le barriere sociali e psicologiche che ostacolano il cambiamento. La conoscenza e l’informazione rimangono gli strumenti più potenti per affrontare questa sfida globale.
Le informazioni contenute in questo articolo sono tratte dalla lezione del Dott. Gaetano Romigi “Disturbi dell’alimentazione: approccio multidisciplinare all’obesità” presentata nel Percorso Formativo ECM Infermiere Di Territorio 2025 per l’aggiornamento continuo degli infermieri.
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