Il problema della gestione delle infezioni sul territorio, soprattutto a domicilio, presuppone un miglioramento della rete dedicata al monitoraggio e controllo delle stesse. La figura dell’infermiere, assieme a tutti gli altri sanitari coinvolti a vari livelli, può fornire un importante contributo in tal senso.
Le infezioni rappresentano un problema rilevante per pazienti e famiglie quando avvengono in ambiente non protetto, dove non sempre è presente personale adeguatamente formato.
La prevenzione e il controllo delle infezioni sul territorio e a domicilio, passa attraverso strategie di sorveglianza e monitoraggio. Ma anche programmi di educazione sanitaria e relativi interventi informativi e formativi rivolti ai cittadini, agli assistiti, ai familiari, ai caregivers e a tutte i profili ivi operanti.
Esistono oggettive difficoltà correlate alla dispersione nel contesto territoriale e domiciliare. Di frequente si osserva la mancanza di un coordinamento di rete con le strutture ospedaliere e i Medici di Medicina Generale.
Il tutto è reso ancor più difficile dal mancato riconoscimento istituzionale del ruolo infermieristico e dal ritardo nell’istituzione di figure ad hoc come l’Infermiere di Sanità pubblica, di Famiglia, di Comunità. Tali figure sono potenzialmente la chiave di volta. Rappresentano un valore aggiunto in termini di competenze e responsabilità, sia per i cittadini che per le istituzioni sanitarie.
Rischio di infezioni a domicilio
Molti dei pazienti che vengono seguiti a domicilio o che ricorrono a servizi sul Territorio risultano essere pazienti fragili. Molti di loro sono anziani e spesso affetti da pluripatologie ed in politerapia. Tanti vivono in condizioni ambientali e sociali difficili, in solitudine nelle periferie di grandi centri urbani, ma anche isolati in zone rurali.
Diversi di questi pazienti sono affetti da patologie cronico-degenerative o tumorali. Ricevono interventi diagnostici, terapeutici e assistenziali che li rendono maggiormente suscettibili alle infezioni rispetto ad altri assistiti.
Anche l’utilizzo a domicilio di presidi medici come sonde, cateteri, drenaggi, accessi vascolari periferici e centrali, una volta gestiti quasi esclusivamente in ambiente ospedaliero rendono più facile lo sviluppo di infezioni.
È verso questa tipologia di persone e verso i loro familiari che deve indirizzarsi l’intervento di gestione del rischio infettivo con programmi di prevenzione.
Questo per evitare gravi conseguenze come la ri-ospedalizzazione, l’aumento dei costi e dei carichi lavorativi, le disabilità e le morti evitabili.
In questo scenario sono tanti gli attori coinvolti. L’Infermiere dovrà interfacciarsi con vari profili sanitari: Medici di Medicina Generale e specialisti, assistenti sociali, familiari, badanti e figure di supporto. Dovrà collaborare con le strutture del territorio di riferimento. Entrerà a far parte di una rete per il cui funzionamento diventa elemento indispensabile.
Lo scenario territoriale e domiciliare
La realtà territoriale è sicuramente ben diversa da quella ospedaliera. In ospedale risulta relativamente semplice ottenere prestazioni e servizi ai fini diagnostico-terapeutici e relazionarsi con i diversi professionisti. L’attività sul territorio invece implica una serie di abilità e conoscenze ampie e trasversali.
In un contesto assai diverso da quello ospedaliero, meno strutturato ma più eterogeneo, occorre maturare la consapevolezza che spesso si è l’unico punto di riferimento della persona assistita e dei propri familiari. Occorre trasmettere sicurezza in un contesto che spesso non fornisce le stesse identiche certezze dell’Ospedale.
Tutto ciò conduce il professionista Infermiere ad adottare modelli assistenziali che prevedono la presa in carico del paziente, la messa in pratica sia di abilità professionali che relazionali utili per affrontare le diverse situazioni che di volta in volta possono presentarsi.
Oltre alle abilità relazionali è fondamentale possedere un ampio bagaglio di conoscenze in materia di educazione sanitaria e promozione della salute, essere costantemente aggiornati sull’offerta di prestazioni e servizi.
Inoltre è importante saper applicare le buone pratiche attraverso raccomandazioni, linee guida e protocolli più aggiornati possibile e validati, al fine di erogare cure sicure e di elevato standard qualitativo.
Misure per la prevenzione delle infezioni sul territorio
Il presupposto fondamentale per affrontare il problema delle infezioni a livello territoriale e domiciliare è senza dubbio quello di risolvere le criticità organizzative dell’assistenza extraospedaliera.
Sicuramente importante è l’adozione di una rete di sorveglianza locale, l’elaborazione di linee guida con applicazione di eventuali misure di contenimento e controllo come ad esempio l’isolamento e la terapia clinica a domicilio.
È necessario implementare modelli di erogazione dell’assistenza infermieristica che siano innovativi e in grado di garantire efficacia ed efficienza degli interventi come avviene in Ospedale.
È assolutamente necessario raccordare Terrritorio e Domicilio con tutte le altre strutture e con i servizi socio-sanitari dei Comuni i quali sono in grado di intercettare situazioni di fragilità, degrado, solitudine e di individuare situazioni ad alto rischio per la presenza di criticità familiari, ambientali, igieniche, economiche, culturali e sociali. La centralità del paziente è fondamentale e sarebbe auspicabile al fine di erogare cure sicure, in linea con gli standard qualitativi ospedalieri definiti dalle buone pratiche e dalle linee guida.
L’assistenza sanitaria sul Territorio e a domicilio, e in particolare la prevenzione delle infezioni nei contesti più disparati deve tener conto delle tante variabili intercorrenti ai fini di una più efficace prevenzione, di un più capillare monitoraggio e controllo ed infine di interventi da parte di professionisti sempre più in possesso di competenze avanzate e specialistiche nell’area dell’Infermieristica di Famiglia e di Comunità e del Rischio infettivo, della Sanità pubblica e delle Cure Primarie.
La prospettiva professionale
Risulterebbe determinante il riconoscimento istituzionale del ruolo infermieristico e l’istituzione di figure ad hoc come l’Infermiere di Sanità pubblica, di Famiglia, di Comunità. Un esperto nella prevenzione e controllo delle infezioni.
Attualmente esiste una formazione specialistica universitaria che prevede il conseguimento accademico di Master di primo e secondo livello tramite percorsi dedicati.
Tali figure sono potenzialmente la chiave di volta. Rappresentano un valore aggiunto in termini di competenze e responsabilità, non solo tecnico-operative ma anche organizzativo-gestionali sia per i cittadini che per le istituzioni sanitarie.
Alcune Regioni, come il Piemonte ad esempio, hanno già legiferato per identificare figure come l’Infermiere di Famiglia e di Comunità.
Anche i piani avviati dopo la pandemia da Covid-19 accelerano questo percorso. Allo stato attuale, diverse sono le proposte di legge per identificare i requisiti, di una figura sul territorio con competenze di alto profilo specialistico.
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Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Infermiere Di Territorio della Dr.ssa Carmela Lupo: “Infermiere e rischio infettivo sul territorio e a domicilio”
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