ECG e Telecardiologia: ruolo dell’Infermiere di Territorio - ecm - fad

ECG e Telecardiologia: ruolo dell’Infermiere di Territorio

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Telecardiologia: innovazione a domicilio

Pochi interventi sono così vantaggiosi per un paziente quanto l’esecuzione di un elettrocardiogramma (ECG). Questo esame, minimamente invasivo, è realizzabile anche con una formazione basilare, ma offre al paziente la sicurezza di una diagnosi e prevenzione su un ampio spettro di patologie cardiache.

La quasi totalità delle malattie cardiovascolari può essere diagnosticata, o almeno sospettata, con un esame che richiede poco più di qualche minuto.

È sorprendente constatare come determinate metodologie semplici e efficaci non siano ancora pienamente implementate a livello territoriale, nonostante l’avvento di tecnologie avanzate.

Attualmente, una vasta porzione della popolazione è ancora tenuta a recarsi fisicamente presso strutture ambulatoriali sparse sul territorio.

Invece, con l’impiego di strumenti economicamente accessibili e personale qualificato, sarebbe possibile effettuare tali indagini direttamente presso il domicilio del paziente.

I Vantaggi della Telecardiologia

L’adozione di questo approccio comporterebbe vantaggi considerevoli.

Da un lato, i pazienti e i loro familiari sarebbero sollevati dall’onere di spostamenti non necessari, dall’altro, il sistema sanitario beneficerebbe di una riduzione dei costi operativi e di un incremento nell’efficienza del servizio erogato.

Risulta confortevole sapere che in alcune aree geografiche estese e complesse, come la provincia di Cosenza in Calabria, si sia deciso con successo di implementare un sistema di telecardiologia unificato e integrato.

Un tale sistema connette ospedali, servizi di pronto soccorso ed emergenza, reparti e ambulatori.

Questo ha permesso di ridurre significativamente i tempi di attesa, passando da 45-90 minuti a soli 5-10 minuti per intervento, e di diminuire il coinvolgimento del personale in compiti obsoleti, come il trasporto fisico dei tracciati elettrocardiografici (De Bonis et al., 2022).

Quale territorio sarà in grado di rispondere alle numerose sfide poste da una cittadinanza sempre più anziana (Istat, 2022) nei confronti della sanità, se non adotta questo nuovo paradigma assistenziale?

La telemedicina come modello per migliorare l’assistenza ai pazienti

L’aumento delle difficoltà logistiche legate allo spostamento di questa crescente fascia di popolazione non può di certo essere risolto con un maggiore impiego di trasporti, poiché sarebbe irrazionale.

L’unica soluzione ragionevole sembra essere l’impiego delle tecnologie, ormai collaudate da una pandemia che ci ha obbligato a familiarizzare con esse.

Queste tecnologie sono raccolte sotto il termine generico di telemedicina, ovvero quell’insieme di prestazioni sanitarie che, grazie all’utilizzo di tali strumenti, rendono non più necessaria la presenza fisica nello stesso luogo di paziente e operatore sanitario (Ministero della Salute, linee di indirizzo).

Questa metodica consente ai professionisti sanitari di visitare e assistere i pazienti senza la necessità di raggiungerli fisicamente, un vantaggio notevole in territori complessi come quelli montani, rurali o semplicemente carenti di servizi e personale sanitario adeguati.

Inoltre, grazie a queste semplici tecnologie, il medico può condividere maggiori informazioni con colleghi di diverse specialità, ricevendo consulenze e indicazioni terapeutiche o assistenziali più accurate rispetto a quelle disponibili in reti più limitate, comuni in piccole realtà isolate come i piccoli ospedali decentralizzati.

La telemedicina: l’infermiere di territorio al centro della rivoluzione sanitaria

Anche l’infermiere di territorio, sia nell’ambito dell’IFeC (Infermieristica di Famiglia e di Comunità) che dell’ADI (Assistenza Domiciliare Integrata), è protagonista di questa grande rivoluzione, fornendo un servizio migliore e monitorando con maggiore efficacia i pazienti affetti da malattie croniche.

Questi pazienti, nella maggior parte dei casi, presentano variazioni gestibili nei tempi consentiti da questo sistema (D’Aloia, P., s.d.).

Per coloro che nutrono perplessità riguardo al cambiamento nel paradigma assistenziale rappresentato dalla telemedicina, è opportuno sottolineare l’ampio sostegno fornito dalla Comunità Europea a questo settore.

Infatti, nell’ambito della Missione 6 Salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), l’Italia ha ricevuto un finanziamento specifico di circa 1,5 miliardi di euro destinati esclusivamente alla telemedicina.

A sua volta, tra i principali ambiti in cui la telemedicina può apportare significative differenze per i pazienti, la telecardiologia emerge come percorso fondamentale per trasformare il destino della sanità.

Secondo alcune stime, la telecardiologia promette un risparmio del 10% sui costi, una riduzione del 26% nella durata delle degenze e un aumento del tasso di sopravvivenza del 15% (Marino et al., 2023).

Ruolo essenziale dell’infermiere nell’esecuzione e nell’interpretazione dell’ECG nella telecardiologia

Tra le applicazioni più frequentemente eseguite e richieste nel campo della telecardiologia, l’elettrocardiogramma (ECG) rappresenta sicuramente la metodica diagnostica più importante tra quelle da padroneggiare per prima.

L’ECG è un esame diagnostico non invasivo e sicuro, impiegato per indagare le principali patologie cardiache.

Nonostante la sua apparente semplicità di esecuzione, l’ECG comporta sfide sia tecniche che cliniche, fornendo un’ampia gamma di informazioni cliniche rilevanti, dalla misurazione della frequenza cardiaca all’identificazione di segni di patologie ereditarie gravi.

Nella telecardiologia poi, il tele-ECG svolge la stessa funzione dell’ECG tradizionale, con il vantaggio aggiuntivo di non necessitare la presenza fisica simultanea di medico, infermiere e paziente.

In questo contesto, la responsabilità dell’infermiere non si limita alla sola esecuzione dell’elettrocardiogramma, ma comprende anche una prima interpretazione clinica del tracciato.

Ciò richiede all’infermiere di possedere competenze specifiche nella lettura e nell’interpretazione dei tracciati ECG. La capacità di riconoscere situazioni di rischio è fondamentale per garantire un’assistenza infermieristica di alta qualità.

ECG a domicilio, le competenze dell’Infermiere di Famiglia e Comunità

Pertanto, la procedura di esecuzione dell’ECG non può essere delegata al personale di supporto (Tobruk, 2021). In particolare, a domicilio del paziente, è compito dell’infermiere eseguire e inviare il tracciato all’unità centrale, auspicando una rapida interpretazione.

Il medico, pur essendo responsabile della prescrizione e della refertazione, non partecipa direttamente all’esecuzione dell’ECG, ma è impegnato nella rapida risposta diagnostica in un centro unico di telemedicina, valutando contemporaneamente tracciati provenienti da diverse località.

L’interpretazione medica dell’ECG, benché cruciale, potrebbe non essere immediata, a meno che non venga sollecitata dall’infermiere in situazioni urgenti.

Queste includono casi come il dolore toracico o il riscontro di segni sospetti o, peggio, predittivi di alterazioni patologiche come l’ischemia miocardica o alterazioni del ritmo cardiaco.

Questo comporta che l’infermiere debba saper svolgere un primo screening del tracciato ECG, identificando eventuali anomalie patologiche e decidendo se sia necessario richiedere un intervento medico urgente o se il tracciato possa essere classificato come non urgente.

Tracciati sottovalutati possono esporre l’infermiere a responsabilità penali, qualora la sua mancata segnalazione tempestiva al medico contribuisca a un danno per il paziente.

Pertanto, è fondamentale rafforzare le competenze degli infermieri nell’esecuzione e nell’interpretazione rapida dell’elettrocardiogramma, riducendo i rischi sia per il paziente sia per il professionista stesso.

Crescita professionale nell’interpretazione dell’ECG: dallo sforzo all’esperienza consolidata

Ogni volta che un infermiere si avvicina a un nuovo strumento come l’elettrocardiografo, si trova di fronte a un mare di nuove informazioni e concetti da apprendere.

Tuttavia, l’esperienza professionale insegna che ogni nuova sfida segue un percorso comune. Inizialmente può sembrare tutto difficile, con il tempo familiare e, infine, quasi una noiosa routine. Questo ciclo si ripete con ogni nuova esperienza.

L’interpretazione dell’elettrocardiogramma è una di queste sfide, particolarmente rilevante per coloro che si occupano di pazienti fragili in contesti domiciliari.

Per gli infermieri, l’obiettivo non è quindi tanto quello di diagnosticare il tracciato, quanto quello di padroneggiare la tecnica dell’elettrocardiografia. La domanda, quindi, sorge spontanea: come è possibile interpretare un tracciato ECG senza fare diagnosi?

La chiave sta nel concentrarsi sui segni elettrocardiografici, identificarli, valutarli e, se necessario, segnalarli immediatamente al Cardiologo o al Medico di Medicina Generale, che avranno il compito di diagnosticare quanto osservato dall’infermiere.

È fondamentale distinguere un tracciato elettrocardiografico normale e uno patologico, e sapere quando è necessario segnalare un’anomalia al medico.


Articolo tratto dalla lezione del Percorso Formativo Infermiere Di Territoio del Dr. Dario Tobruk: “Esecuzione e lettura dell’ECG: la telecardiologia”.

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